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Attività di vigilanza
Attività di vigilanza
Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il “Rapporto Annuale di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale – anno 2015”. Anche quest’anno, le azioni di vigilanza sono state effettuate su settori merceologici ed aree geografiche selezionate per prevenire, contrastare e sanzionare situazioni illecite particolarmente significative e reiterate.
Durante l’anno appena passato, le aree che hanno subito un più massiccio intervento ispettivo sono state: le costruzioni (29%), il commercio (17%), i servizi di alloggio e ristorazione (15%) e le attività manifatturiere (10%). Mentre, le regioni più controllate sono risultate la Lombardia, il Lazio, la Campania, il Veneto, la Puglia e l’Emilia Romagna.
Il primo dato che balza agli occhi è relativo da una parte all’aumento dei lavoratori irregolari che passano da 181.629 unità nel 2014 a 182.523 nel 2015 con un incremento dello 0,5%, mentre, sempre nello stesso periodo si riscontra una diminuzione dei lavoratori in nero da 77.387 nel 2014 a 64.775 nel 2015 per una diminuzione del 17%.
Più in generale, su 142.618 pratiche definite nel 2015, in 85.981 casi sono stati riscontrati degli illeciti. Dunque, più del 60% risulta irregolare con un incremento del 7% rispetto al periodo precedente.
Il numero di violazioni riscontrate in materia di sicurezza ed igiene del lavoro nel 2015 è risultato pari a 32.392, con un numero di irregolarità in crescita di un punto percentuale rispetto all’anno precedente: si è passati dal 68% del 2014 al 69% del 2015.
Gli illeciti sono distribuiti diversamente sulle varie casistiche. Maggiori sono le violazioni relative alle cadute dall’alto (26%) che da sole rappresentano il 51% di tutte le violazioni riscontrate in edilizia, seguono le violazioni relative alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori (11%), poi le violazioni relative ai rischi elettrici da attrezzature di lavoro e da dispositivi di protezione individuale (9%). A pari merito (8%) si posizionano gli obblighi di valutazione dei rischi (DUVRI, POS, PSC) e quelli di formazione ed informazione dei lavoratori.
È di rilievo notare che su 7.111 provvedimenti interdittivi di sospensione attività ex art. 14 D.Lgs.81/08, relativi per la maggior parte a lavoro in nero, solo 7 sono stati comminati per violazioni relative alla sicurezza ed igiene del lavoro.
Dai dati sopra riportati emerge che il combinato disposto degli effetti della crisi economica e Job Act, pur diminuendo il numero di lavoratori di lavoratori in nero rispetto all’anno precedente non incide sul numero totale di irregolarità lavorative che seppur di poco aumentano.
È anche plausibile che tale aumento sia da imputarsi ad un affinamento delle tecniche di monitoraggio adoperate dagli enti preposti al controllo.
Riguardo alle sanzioni comminate in materia di sicurezza ed igiene del lavoro, escluse le cadute dall’alto che rappresentano per il settore edile una ferita mai guarita, l’attenzione viene per lo più puntata su inadempienze standard quali: sorveglianza sanitaria, formazione, valutazione dei rischi e dispositivi di protezione individuale, che una maggiore attenzione delle figure datoriali al corretto andamento del processo lavorativo avrebbe potuto evitare.
Per eventuali approfondimenti si rimanda alla lettura integrale del testo.
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